In questo caso il nostro interlocutore è direttamente lo chef che desidera creare l’ambiente adatto ai suoi piatti.
Dina ha un’identità da individuare tra la casa della nonna e il ricercato ristorante. Ogni stanza ha un preciso mood, che deve essere capito e valorizzato.  

L’ingresso è una stanza di decompressione dove spogliarsi dalla frenesia esterna ed entrare in sintonia con Dina; qui la luce è data quasi esclusivamente da un’opera d’arte luminosa. 
Per la stanza alchimia gli elementi sono il pavimento antico, il soffitto su cui verrà realizzato un’opera artistica moderna che ricorderà un labirinto e il piatto.  La luce proposta parte dal pavimento, segue il gioco del soffitto e scende ad illuminare il piatto.
E così per ogni stanza interpretiamo l’esigenza narrativa e cerchiamo di creare l’ambiente adatto alla complessa semplicità di questo racconto.